domenica 22 maggio 2022

 

La festa di San Giuseppe si svolge ancora oggi il 19 marzo (Covid permettendo) nella chiesa posta nel vasto altopiano a oltre 600 metri di altitudine.



Era martedì 19 marzo 1850 quando iniziò la faida.

Pietro Vasa finita la cerimonia della festa tornava al suo stazzo di Lu Naragheddu.

Nell'antica mulattiera che collegava la chiesa campestre vi era un sito chiamato la Vena di li Cabaddi, un torrente che attraversava il sentiero, in una zona boscosa e impervia. Era così chiamato perché normalmente ci si fermava per rifocillare la cavalcatura (e il cavaliere) nelle fresche acque sorgive. Anche Pietro si fermò nel posto per abbeverare il cavallo.

Da dietro alcuni cespugli partirono delle fucilate che ferirono Vasa.

Alcuni pastori del vicino stazzo Petra Luzana, amici del Vasa, accorsero subito e lo portarono nella loro abitazione per i primi soccorsi, e quindi lo trasferirono al suo stazzo, dove arrivò anche Pietro Garrucciu parroco della Trinità d’Agultu per l’assistenza religiosa.


Nel film invece il Vasa fu ferito in una strada, pianeggiante, liscia e senza vegetazione (si vedono chiaramente le tracce del passaggio di automezzi gommati) mentre si accendeva una specie di calumet, alla moda degli antichi Dakotas delle Colline Nere o di altre tribù nord americane.

La casa dove fu subito trasportato abbastanza caratteristica per via del fatto che una parete era costituita dalla roccia naturale (costruita al risparmio) non è nemmeno lontanamente assimilabile a quelle del film.


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