domenica 29 maggio 2022

Intervista al protagonista

Non male anche questo:

https://www.facebook.com/watch/?v=228694895934719

Il presunto sordomuto dimostra di saper parlare (nessuno ne dubitava), con una bellissima inflessione da italico meridionale: "La storia è ambientata esattamente dove è avvenuta"...BALLE , questa affermazione dimostra una poca conoscenza della STORIA o della GEOGRAFIA (forse entrambe, ma potrebbe essere solo colpa di un cattivo insegnante)... 

La verità è che la storia è stata ambientata solo in luoghi dove non è avvenuta...

venerdì 27 maggio 2022

Da mora a bionda

 

 

Il Costa nel suo romanzo riporta:

Anton Stefano aveva tre figlie; giovani graziose, avvenenti, ma fra tutte primeggiava per bellezza di forme e gentilezza di modi la Gavina, una snella fanciulla dai quindici ai sedici anni, dai capelli nerissimi, dalla taglia svelta ed elegante, e dalle braccia paffutelle, che indossava il pittoresco costume di Bortigiadas, quasi uguale a quello di Aggius.

 

Tutte balle.

Dal Vangelo secondo Matteo: Gavina era una biondina (sicuramente bella, ma rigorosamente bionda) e il costume di Bortigiadas era molto diverso da quello di Aggius (o forse ??!!).

E poi che ne sapeva Costa? Mica la “conobbe di persona”. Al massimo ne avrà sentito parlare dal marito Giuseppe, quando .durante la stesura del libro soggiornava spesso a casa loro…

 

Qui rispetto alla realtà, si sfiora il ridicolo:

https://www.filmsitaliano.online/27098-il-muto-di-gallura-2022.html

“Bastiano ha una grande dote: un'ottima mira”  …  sparaballe…

“Pietro Vasa, il patriarca della famiglia” .. buona… in Gallura infatti la famiglia era di tipo patriarcale

 “È così che Tansu diventa l'incubo degli avversari, uccidendo oltre 70 persone” (ma ha fatto tutto da solo?)… un nome di questi 70? O si chiede troppo?


Meno male che poi arrivano “le paci di Aggius” che “pongono finalmente fine alla faida delle due famiglie”

mercoledì 25 maggio 2022

 

QUESTA DOVREBBE BATTERLE TUTTE:

Scritte a conclusione del Film "Il Muto di Gallura" (Italia, 2021):

Pietro vasa… morì il 19 marzo 1857 nel carcere di Tempio…

Alcuni fatti veri successivi alla data del suo decesso: 

Circa un mese dopo, esattamente il 26 aprile 1857, Pietro Vasa, di anni 41, si sposò con Maria Pes, anni 22, cugina prima di Francesca;

Il 13 gennaio 1858, nacque Francesco Vasa il primogenito della coppia;

La mattina del 19 febbraio 1859 Pietro Vasa fu catturato dai carabinieri nei pressi del suo stazzo;

Il 18 marzo successivo (anno 1859) morì "definitivamente" nel carcere di Tempio;

il 4 settembre 1859 la moglie diede alla luce una bambina, alla quale fu posto il nome Pietrina, per ricordare il genitore defunto.

Maria Pes, vedova di Pietro Vasa, morì il 20 giugno 1865 all’età di 30 anni.

martedì 24 maggio 2022

 

Spigolando in Rete:

https://www.galluraoggi.it/cronaca/leggenda-muto-di-gallura-24-novembre-2018/

Nel complesso sono riportate alcune verità ma anche qualche balla… quando si segue la moda

LA FIABA: … una faida tra due famiglie di pastori che durò decenni, procurò moltissime vittime… durò circa 6 (sei) anni e non procurò moltissime (quante?) vittime. La solita storia dei 70 omicidi… ma nessuno dice mai chi ha vinto…

Per il resto la solita bufala del killer infallibile e spietato .  Ad Aggius non era  conosciuto con il nome di Muto di Gallura; anzi, a dire il vero, non era proprio conosciuto, in quanto viveva nelle campagne… Il nome “Muto di Gallura” fu inventato da Costa per dare il titolo al suo romanzo

LA REALTA’: Bastiano Tansu scomparve il 29 maggio 1858. Alcuni giorni dopo, i suoi familiari fecero celebrare una messa in suffragio. Secondo le ipotesi più accreditate, il Muto venne ucciso nell’altopiano di Santa Barbara, presso il paese di Trinità d’Agultu, da un non identificato latitante.

lunedì 23 maggio 2022

Santa Barbara

 

Il colle di Santa Barbara a circa metri 500 s.l.m., sovrasta l’abitato di Trinità d’Agultu, e prende il nome da una chiesa medievale ivi esistente, oggi ridotta a  pochi ruderi.

Nel sito il pomeriggio del 29 maggio 1858, fu ucciso il muto Sebastiano Tansu mentre osservava il corteo a cavallo lungo la strada (che allora ovviamente non era asfaltata), proveniente da Aggius, che trasportava  gli stendardi per la festa della SS. Trinità.

Nel libro, il Costa non riferisce alcun particolare sulla tragica fine del Muto (anche se probabilmente lo sapeva benissimo), ma piuttosto crea un alone di mistero sempre utile in questi casi per allietare i lettori.

Nel film invece viene ucciso nei pressi di Capo Testa, uno dei tantissimi posti dove sicuramente non è mai stato.

domenica 22 maggio 2022

 

La festa di San Giuseppe si svolge ancora oggi il 19 marzo (Covid permettendo) nella chiesa posta nel vasto altopiano a oltre 600 metri di altitudine.



Era martedì 19 marzo 1850 quando iniziò la faida.

Pietro Vasa finita la cerimonia della festa tornava al suo stazzo di Lu Naragheddu.

Nell'antica mulattiera che collegava la chiesa campestre vi era un sito chiamato la Vena di li Cabaddi, un torrente che attraversava il sentiero, in una zona boscosa e impervia. Era così chiamato perché normalmente ci si fermava per rifocillare la cavalcatura (e il cavaliere) nelle fresche acque sorgive. Anche Pietro si fermò nel posto per abbeverare il cavallo.

Da dietro alcuni cespugli partirono delle fucilate che ferirono Vasa.

Alcuni pastori del vicino stazzo Petra Luzana, amici del Vasa, accorsero subito e lo portarono nella loro abitazione per i primi soccorsi, e quindi lo trasferirono al suo stazzo, dove arrivò anche Pietro Garrucciu parroco della Trinità d’Agultu per l’assistenza religiosa.


Nel film invece il Vasa fu ferito in una strada, pianeggiante, liscia e senza vegetazione (si vedono chiaramente le tracce del passaggio di automezzi gommati) mentre si accendeva una specie di calumet, alla moda degli antichi Dakotas delle Colline Nere o di altre tribù nord americane.

La casa dove fu subito trasportato abbastanza caratteristica per via del fatto che una parete era costituita dalla roccia naturale (costruita al risparmio) non è nemmeno lontanamente assimilabile a quelle del film.


Neocolonialismo

 

Etnocentrismo culturale di 150 anni fa...

www.cineblog.it/post/il-muto-di-gallura-trailer-anticipazioni-film

 “La vicenda reale, quella della faida tra le famiglie Vasa e Mamia, è scivolata nella leggenda grazie a Bastiano Tansu…

Forse sarebbe meglio dire grazie al Costa. Sebastiano Tansu non ebbe alcun ruolo nella faida. Il suo nome veniva spesso accostato ai protagonisti solo perché era cugino di Pietro Vasa i cui sicari preferiti erano: i fratelli Marco Antonio e Giovanni Antonio Carbini “Galbatu”, Agostino Peru Mazzittoni detto Lu Gregu, Giovanni Battista Casu noto Tarrabau, Antonio Oggiano noto Tusgioni e un non meglio identificato Antonio Dettori noto Cosciganu, di Sedini.


"La sua ferocia, il suo animo gentile, la sua mira infallibile, il suo amore impossibile per la figlia di un pastore, sono stati raccolti in un libro da Enrico Costa a pochi anni di distanza dai fatti reali, conferendo alla leggenda dignità storica."

In realtà il Costa trasformò partendo da un fatterello abbastanza comune nella Gallura (e Sardegna) di allora costruendo una storia d'amore e di sangue ad uso e consumo delle anime romantiche che frequentavano i salotti borghesi durante la Belle Epoque.

 

La Gallura di metà Ottocento era una terra di frontiera. Da poco sotto il controllo dei Savoia, mal sopportava le regole imposte da uno stato di cui faticava persino a comprendere la lingua.

La Gallura di allora non era la California ma una terra abbandonata a se stessa, resa invivibile da secoli di dominio aragonese e spagnolo e da oltre un secolo di Savoia, i quali non si preoccuparono di stabilire le cause di tale arretratezza, onde eliminarle, ma piuttosto di reprimere eventuali moti di protesta e giustiziare gli oppositori che avevano solo il torto di volere un mondo migliore. Se il re sabaudo Carlo Felice, detto Carlo Feroce, o il ministro Bogino, in sardo diventato sinonimo di boia, hanno meritato questi appellativi ci sarà sicuramente un motivo.  

 

Bastiano è un animo nobile e buono nonostante le atrocità che commette…

Sarebbe interessante sapere quali furono le atrocità commesse…


“la chiesa cattolica era l’unico strumento di controllo esterno che risultasse efficace e insieme allo Stato procedeva per tentativi, spesso maldestri, per arginare l’ondata di terrore innescata dalla faida tra le famiglie Vasa e Mamia.

Politica tipica del colonialismo sabaudo era quella di affidare ad altri il compito che avrebbero dovuto svolgere loro.

 

Il parroco, infatti, era sì uno straniero, ma la sua autorità era più facile da accettare in una società che andava ridefinendosi.

Una balla totale, era preferibile avere un sacerdote locale, in quanto parlando la lingua dei pastori era più facile farsi capire e quindi svolgere meglio la sua opera. I sacerdoti che si avvicendarono nella parrocchia della Trinità d’Agultu dove ricadevano i luoghi della faida furono tutti galluresi.

Il sacerdote che andò a casa di Pietro Vasa dopo il suo ferimento, si chiamava Pietro Garrucciu ed era di Tempio. I due si conoscevano molto bene e tra l’altro avevano un buon rapporto. Tuttavia il bravo sacerdote, avendo capito il vento che tirava, pochi giorni dopo se ne andò e non ritornò mai più nella parrocchia di Agultu.

Gli altri preti:

Martino Mariotti, che ebbe l’onore di celebrare il matrimonio di Pietro Vasa con Maria Pes il 26 aprile 1857; per una strana coincidenza, lo stesso sacerdote pochi mesi prima aveva unito in matrimonio Mariangela Mamia con Giovanni Battista Spezzigu;

Pietro Paolo Spano, di Tempio, fu parroco di Agultu negli anni caldi della faida. Pietro Vasa, lasciò al prete una grossa somma di denaro, come ex voto per essere scampato all’agguato del giorno di San Giuseppe. I soldi furono utilizzati per restaurare la chiesa parrocchiale della Trinità. 

Oltre al denaro fu donato anche un appezzamento di terreno (Minda di lu Preti);

Giovanni Andrea Stangoni (preti Sansoni), di Aggius. Se ne andò da Agultu dopo che una notte gli furono esplose alcune fucilate da una finestra della casa parrocchiale. Fu ucciso anche un cavallo di proprietà del cognato. Il povero animale alloggiava nella stalla della parrocchia e probabilmente fu scambiato per quello del prete. Preti Sansoni fu quello che compilò l'Atto di Morte di Sebastiano Tansu (Liber Defunctorum della Parrocchia di Santa Vittoria, vol. IV pag. 76).

Salvatore Addis Melaju, aggese; fuggì dopo l’omicidio del proprio fratello commesso nella di lui abitazione, mentre era a tavola per la cena con la famiglia.

Giovanni Tamponi, di Luras. Dopo una lite con un suo parrocchiano, preferì traslocare.

Come è facilmente intuibile, per chi conosce la storia e la mentalità del gallurese dell’Ottocento, un sacerdote straniero avrebbe avuto vita breve e travagliata, come pare sia successo ad un ecclesiastico che voleva approfittare della sorella di Pietro Vasa, qualche tempo prima della faida: fu fatto sparire, probabilmente fra gli anfratti rocciosi nei pressi della cascata di Pinna, non lontano dallo stazzo Vasa.

Tra l’altro nella famiglia Mamia vi era pure  un prete.

Michele Mamia, fratello del padre di Mariangela, fu parroco in La Maddalena al tempo di Garibaldi con il quale spesso aveva qualcosa da dire. L’Eroe dei due mondi era noto per essere un fervente anticlericale: per esempio ai somari che utilizzava nel suo mulino aveva dato il nome di Pio Nono e Napoleone (protettore di Pio IX). Dal canto suo prete Mamia si permise di cacciare a pedate fuori della chiesa i figli di Garibaldi perché tenevano un comportamento non decente. Nonostante questo pare che l’Eroe avesse molta stima del sacerdote in quanto costui era molto bravo nell’uso del fucile, che portava sempre a tracolla e non certo per tirare a pernici o volpi.

La Gallura è talmente simile al paesaggio emotivo di questa vicenda che sembra quasi averla partorita naturalmente.

I paesaggi  della Gallura rappresentata nel film non hanno niente a che vedere con quelli della Gallura dove si svolsero le vicende della faida.

sabato 21 maggio 2022

Prefazione

 

Nella sua prefazione dedicata a Medardo Riccio, il Costa così riportava:

"Non ho scritto un romanzo. I fatti ch'io narro sono veri; veri nei particolari, nei nomi dei personaggi, nei luoghi dell'azione, nei tempi in cui accaddero, e fin nei dialoghi che riporto. I galluresi potrebbero farne fede."

Infatti non andò mai a incontrare i galluresi, discendenti dei protagonisti della vera faida raccontata nel suo romanzo. Forse aveva la coda di paglia…  o semplice paura di ricevere qualche schioppettata, per via delle balle raccontate…

re

 Fra le migliori:

https://www.cinematographe.it/recensioni/il-muto-di-gallura-recensione-del-film-esordio-di-matteo-fresi-con-andrea-arcangeli/

1)  un ritratto storico della Sardegna,

2)  si tramuta in carnefice in una guerra di sei anni.

3)  l’utilizzo della lingua sarda (il film è sottotitolato) come mezzo di espressione dei personaggi. 


 

Da queste parti

https://www.comingsoon.it/film/il-muto-di-gallura/61818/scheda/#curiosita-su-il-muto-di-gallura

ne uccide “oltre 70” da solo… almeno un nome di questi, o si chiede troppo?

In Ogni caso:

Billy the Kid: con 27 p. e Jesse James con 12 più un numero imprecisato di soldati nordisti, erano solo dei dilettanti…

Bufalo Bill poi sparava ai bisonti: che idiota... sprecare pallottole in quel modo...




Fauli

 

Dopo l’uscita del film si parla di esso un po’ dovunque, per cui le balle si moltiplicano in maniera esponenziale.

Qui https://www.sardegnafilmcommission.it/il-muto-di-gallura-successo-sardegna-film-fresi

1)            Le solite 70 vittime; ma chi erano?

2)            La mira prodigiosa lo fa diventare l’assassino più temuto dell’intera faida. 

Fino alla pubblicazione del libro (e delle balle insaccate in esso) nessuno (a parte i familiari stretti) sapeva della sua esistenza

3)            Lo stato e la chiesa ecc.

4)            Le paci di Aggius… furono celebrate a Tempio

5)            Amore ricambiato… ma da parte di chi?

venerdì 20 maggio 2022

 Un'immagine di Michele Careddu  che fu testimone alle nozze di Giovanni Antonio Spano Ciacciarédda e Francesca Pes (nel libro di Costa sono chiamati Giuseppe e Gavina) celebrate a Bortigiadas il 28 giugno 1857. La foto fu probabilmente scattata da Enrico Costa a fine Ottocento nel periodo che procedeva alla stesura del romanzo. 


L'abbigliamento è quello tipico della Gallura di allora, niente a che vedere con gli stracci indossati dai figuranti del film.

Stazzo Vasa

 

Un'immagine (di circa 40 anni fa) dei ruderi di una tipica casa di metà Ottocento con la classica trai tolta, sita in  Lu Naragheddu, dove nacque Pietro Vasa, il 23 gennaio 1816. Costruita con la classica pietra rossastra tipica della località, si intuisce che è perfettamente uguale a quella dell'inizio film. 

(L'edificio non esiste più, è stato sostituito da uno più moderno) 

Finalmente è uscito anche il film. All'inizio una scritta avverte gli spettatori che è tratto da una storia vera.... meno male... Però non specifica quale sia la storia vera... 


In ogni caso è l'occasione per riprendere il discorso. 

NUOVE BALLE  (e di notevoli dimensioni) CHE ENTRANO IN CIRCOLAZIONE ASSIEME A QUELLE VECCHIE.