Recensione con le solite ...
Qui la faida durò otto
lunghi anni “a partire dal 1848” con i soliti “oltre settanta morti”, soprattutto grazie al sordomuto
“dotato di
una mira prodigiosa”…
DALLE BALLE DI FINE SEC. XIX ALLE BALLE DI INIZIO SEC. XXI. Dopo pubblicato, nel 1885, il romanzo "Il Muto di Gallura" dello scrittore sassarese Enrico Costa, molto è stato scritto sull'argomento, in maniera inesatta modificando la realtà relativa a fatti e persone coinvolte. In seguito a ricerche in loco e su fondi archivistici, ci si ripromette di rilevare gli errori e riportare il tutto il più possibile aderente alla realtà di spazio e tempo nella quale si svolsero le vicende storiche.
Le cosiddette “PACI DI
AGGIUS”, del 26 maggio 1856, posero fine alla faida tra Vasa e Mamia,
come riportato da Costa e da altri illustri storici in epoca successiva. In
realtà furono celebrate… a Tempio il 29 maggio
1856, come risulta da documenti ufficiali e da testimonianze dirette di chi
vi partecipò.
Una storia
che si è sempre propagata, grazie alle innumerevoli pubblicazioni cartacee e
confermata dal film, riguarda Antonio Mamia. Costui avrebbe vissuto da latitante per ben 17 anni.
Il Mamia era nato nel 1803. Nel 1832, all’età di 29 anni, si sposò da uomo libero. Negli anni successivi
è accertato che non era latitante; qualche tempo prima dell’inizio della faida
fu eletto anche consigliere comunale.
Per racimolare 17 anni di latitanza avrebbe dovuto darsi alla macchia all’età di 10 anni circa. Che sia una balla anche questa?
Il Costa nel suo romanzo:
“Anton Stefano
aveva tre figlie; giovani graziose, avvenenti, ma fra tutte
primeggiava per bellezza di forme e gentilezza di modi la Gavina”, il cui vero
nome però era Francesca. Le altre due si chiamavano:
Leonarda, Lucrezia, Vittoria e Giovanna Maria…
Anche un emerito razzista come A. Niceforo, a suo tempo
(1897) ammaliato dalle balle di Costa,
non mancò di esternare le sue allucinazioni:
“Ad
Agius, paesello annidato sul monte c’è ancora un povera vecchia, superstite di
una guerra mortale che due famiglie s’erano dichiarata e che rimane – unica sopravvissuta
– ad attestare il sanguinoso epilogo della strage reciproca delle due famiglie.
La vecchia è la fanciulla chiesta in isposa, e poi abbandonata cinquant’anni
fa; è la causa della guerra e dello spargimento di sangue. In tutta la Gallura
si fa così…”
Chissà chi era il suo pusher…
Da
https://www.sardegnafilmcommission.it/il-muto-di-gallura-successo-sardegna-film-fresi
Il muto di Gallura ruota intorno alla faida che ebbe
luogo nella Gallura di metà Ottocento, tra le famiglie Vasa e Mamia. Causò la morte di oltre 70 persone.
Balle
Bastiano
Tansu è un personaggio
realmente vissuto, (Vero, ne esiste ancora
oggi qualcuno con lo stesso nome.)
Sordomuto dalla nascita. Venne maltrattato ed emarginato (Vero) finché la sua
furia e la sua mira prodigiosa non divennero utili alla causa della faida (BALLE).
Pietro Vasa lo trasforma nell’assassino
più temuto dell’intera faida (BALLE).
Lo stato e la chiesa procedono per tentativi, spesso maldestri, per
arginare l’ondata di terrore. (BALLE, soprattutto per
quanto riguarda lo stato)
Nel mentre le due fazioni si consumano a
vicenda (BALLE)
le paci di Aggius determinano la fine della faida (BALLE, furono celebrate a Tempio.
Nel Film invece si svolgono in Santu Paulu di
Monti, una chiesa che non fa parte della Diocesi di Tempio e Ampurias.
Enrico Costa - Il Muto di Gallura, Ed. Tip. Tortu. Tempio 1912, pag. 12
Ogni tanto il diavolo
– a quanto asseriscono i vecchi – si affacciava alla rupe; e dopo aver
annunziata la sua presenza con un rullo sordo e prolungato, gridava per tre volte
rivolto al villaggio:
«Aggius meu, Aggius
meu; e candu sarà la dì chi ti zz’aggiu a pultà in buleu?».